Problemi cronici e mancanza di mentalità vincente in una squadra che non convince, così la situazione della Juventus di Allegri.
La sconfitta della Juventus all’Olimpico contro la Lazio mette in evidenza i problemi cronici della squadra di Allegri. La partita è stata preparata meglio dalla Lazio, con scelte tattiche precise che hanno messo in crisi i bianconeri fin dal primo minuto. L’organizzazione di gioco ha premiato una Lazio più compatta e più brava negli inserimenti e nella costruzione della manovra, mentre la Juventus ha mostrato i suoi due difetti ormai cronici: sprecare i primi tempi delle partite e aspettare di incassare un pugno per reagire.
La mentalità vincente sembra mancare in questa Juventus, che nonostante una rimonta quasi insperata in classifica, non ha mai dato l’impressione di squadra matura e in grado di battere chiunque. La rosa ha perso peso specifico a livello di personalità, esperienza e palmares, ma ha guadagnato con il lancio di giovani del vivaio. Tuttavia, la squadra ha perso quando si è trovata di fronte una formazione di alto livello o molto ben organizzata, come dimostrano le ultime sei sconfitte stagionali.
La gestione dei big match è pessima
L’approccio alle gare di cartello non sembra cambiare rispetto a quello delle partite contro le squadre di bassa classifica, ed è un errore: alcune sfide richiedono più accortezze tattiche e una migliore gestione dei cambi. Il primo tempo all’Olimpico è stato deludente, con la Lazio dominante a centrocampo e su entrambe le fasce.
La gestione di Chiesa rischia di diventare complicata: il giocatore è più adatto al ruolo di attaccante esterno, ma nel 3-5-2 significherebbe sacrificare uno tra Di Maria e Vlahovic. Il dilemma è se mantenere l’equilibrio di squadra con il 3-5-2 e Chiesa a sprazzi dalla panchina o virare sul tridente, più rischioso.
Infine, c’è da ritrovare Dusan Vlahovic, che deve ritrovare se stesso prima di tutto. La Juventus deve metterlo in condizione di nuocere di più e meglio, ma ai grandi attaccanti a volte bastava mezzo pallone per segnare. Al momento, per Vlahovic servono 10 palle gol per segnare una rete, e la Juve fatica a permettersi un bomber inceppato e piegato sotto il peso di una pressione che fatica a gestire. La sospensione del suo account social è un segnale da non prendere sotto gamba.